Ci sono i libri che si amano, i libri che si odiano, i libri che non entusiasmano. Più raro è il caso di libri che a seconda del capitolo possano risultare totalmente indigesti o amati alla follia: Il maestro e Margherita rientra tra questi.
Se per esempio siete appassionati di satira politica e storia potrete apprezzarne tutte le parti che riguardano il potere staliniano e i suoi ottusi burocrati, ritratti in tutta la loro idiozia e messi alla berlina da eventi che non riescono a comprendere.
Se invece preferite il genere fantastico, quello in cui l’apparizione di streghe, demoni e morti viventi sia la norma, troverete anche in questo caso pane per i vostri denti, nonostante l’apparente poca continuità con l’ambito della satira politica.
Il fatto è che Il maestro e Margherita è divisibile in questi due grandi generi, ma non è neanche soltanto questo: è un’epica storia d’amore, è una rivisitazione dei Vangeli, un romanzo esoterico ma anche comico, politico ma anche autobiografico.
Come riunire in un solo libro tutti questi stili? Una risposta potrebbe essere che ci vuole la bravura di Bulgakov, un’altra che in effetti apprezzarli tutti non è facile, e a seconda dei propri gusti ci si troverà a mal sopportare alcune pagine e ad adorarne altre.
La storia si può riassumere solo a grandi linee, ma la varietà di personaggi e avvenimenti che si succedono è talmente ampia e apparentemente assurda che farne una sinossi diventa un’impresa impossibile. Quello che si può dire è questo: sono gli anni Trenta, siamo a Mosca, e il Diavolo ha deciso di tornare in città.
Nella forma del professor Voland, esperto di magia nera, Satana si presenta nella capitale sovietica con un codazzo di aiutanti tra cui spicca un enorme gatto parlante, e usa i suoi poteri per ridicolizzare e umiliare come vuole i cittadini e soprattutto i poteri costituiti.
In questo senso Satana si dimostra molto più “morale” di questi ultimi, e i suoi tiri mancini sembrano essere più che altro delle punizioni divine per chi è preda del vizio, dell’avidità, della corruzione, delle smanie censorie. E nell’Unione Sovietica dell’epoca, in cui si rischia il gulag a ogni parola sbagliata e tutto sembra inesorabilmente controllato dall’alto, i personaggi da punire non mancano.
In questo contesto satirico, che riprende da vicino le vicende autobiografiche dell’autore, vittima della censura e impossibilitato a pubblicare per intero il suo romanzo mentre era in vita, si inseriscono (solo dopo molte e molte pagine) i due protagonisti del titolo, una coppia che Voland aiuterà a coronare il proprio sogno d’amore, seppur secondo le sue regole.
Ecco quindi che Margherita si ritrova a cavalcare nuda una scopa, a partecipare a un sabba di streghe e a fare da regina del ballo a un epico ricevimento di dannati organizzato da Satana in persona: si tratta di pagine in cui il gusto per il fantastico si esprime senza tregua, e che riempiono gli occhi per la loro carica immaginativa.
Per quanto fantastica, però, la storia d’amore tra Margherita e il maestro si tinge anch’essa di autobiografia: il maestro è uno scrittore il cui romanzo non è stato accettato dal comitato del partito, e che per questo ha deciso di bruciare il suo manoscritto, vinto dal pessimismo. Esattamente quanto era successo allo stesso Bulgakov, che dopo aver distrutto una prima versione del suo romanzo continuerà a riscriverlo fino alla morte, e che verrà completato solo postumo con la dedizione di sua moglie, di cui chiaramente Margherita è una versione fittizia.
L’intero libro sembra quindi un grande mix tra una straordinaria vena fantasy e l’espressione di un desiderio personale di denuncia della società dell’epoca, che controlla senza tregua i suoi cittadini, compreso l’autore, e che continuerà a farlo per molti decenni ancora.
Ispiratore di Mick Jagger che scrisse Sympathy for the Devil dopo averlo letto, trasposto cinematograficamente negli anni Settanta con pessimi risultati, il libro di Bulgakov può risultare ostico per il pastiche di stili e argomenti dei più diversi, ma le sue visioni fantasmagoriche e i suoi personaggi iconici risulteranno indimenticabili per chiunque non si scoraggi troppo presto.
Una lettura indimenticabile, almeno per me. Non sapevo avesse ispirato Mick Jagger…
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