Anche oggi l’appuntamento con le dritte in formato breve di Coolturama, da gustare in pausa caffè.
Per chi volesse un weekend all’insegna di un risveglio rock dalla settimana lavorativa, su NowTv c’è una storia del punk in 4 episodi da circa 50 minuti ciascuno. Si intitola semplicemente Punk, e tra i produttori c’è sua maestà il Padrino del genere Iggy Pop, che viene intervistato insieme a tantissimi altri protagonisti dell’epoca.
Si passa dall’epopea del CBGB a New York al negozio d’abbigliamento “Sex” di Vivienne Westwood a Londra, dai Blondie a Patti Smith, dai Clash ai Damned, dai Ramones alla scena losangelina, e nel mezzo c’è tutto il bello e il brutto di questo genere di documentari musicali, con le belle immagini del tempo e le interviste contemporanee ai sopravvissuti che ormai sono un cliché a sé stante della mitologia rock.
Non si può negare che vedere i filmati d’epoca di Johnny Rotten dei Sex Pistols e vederlo intervistato oggi con 40 kg in più faccia un po’ tristezza, così come per la maggior parte degli ex idoli ora vicini alla pensione, ma la ricostruzione storica è di ottima qualità e c’è tutto il necessario per approcciarsi al genere.
Per chi ama il cinema, e in particolare per quei pochi strambi personaggi (tipo me) che amano leggere critica cinematografica, c’è un sito poco noto che è una sorta di piccola miniera d’oro in quanto a recensioni d’epoca, e non solo.
Si chiama Scraps From the Loft ed è decisamente misterioso, visto che non vengono offerte informazioni rispetto ai suoi creatori, alla sua provenienza o altro. Il font è chiaramente ispirato a quello del New Yorker, e ci sono diversi articolo in italiano, per il resto si tratta di una grande raccolta di trascrizioni degli spettacoli di stand-up comedy e recensioni cinematografiche di ogni epoca.
In particolare, è un’ottima maniera per leggere recensioni di Pauline Kael, la famigerata critica del New Yorker che a suo tempo fu rispettata quanto temuta, e che al di là delle opinioni sui singoli film (spesso poco condivisibili) era sicuramente molto abile nello sviscerare riflessioni interessanti da un film anche banale. Qui la sezione del sito dedicata a lei, e qui tutto il resto.
Infine, un consiglio d’ascolto che avrei voluto evitare, ma che mi sembra purtroppo calzare con la cronaca recente. Mi riferisco alla morte assurda del cittadino statunitense George Floyd, ucciso dalla polizia di Minneapolis in diretta video mentre implorava per la sua vita.
Si tratta purtroppo dell’ennesima morte di un afroamericano per mano della polizia, e a dimostrazione del fatto che sia ormai un’abitudine consolidata c’è il fatto che già nel 2000 Bruce Springsteen aveva dedicato una instant song a questa vergogna: American Skin (41 Shots).
In particolare, Springsteen aveva preso spunto da un episodio avvenuto a New York il 4 febbraio 1999, quando il ventiduenne immigrato dalla Guinea Amadou Diallo era stato crivellato da ben 41 colpi da quattro poliziotti all’ingresso di casa sua. La sua colpa era stata allungare la mano verso la tasca per prendere il portafoglio, gesto che secondo la polizia aveva fatto sospettare l’uso di un’arma. I quattro poliziotti furono assolti un anno dopo.
Quando Springsteen propose la canzone, fino ad allora mai incisa su disco, in concerto, incontrò sia le proteste di una parte del suo pubblico che quelle esplicite dei sindacati di polizia, che si rifiutarono di fargli da security. Ecco la canzone e il testo, ancora purtroppo attualissimo:
Pelle americana (41 colpi)
41 colpi
41 colpi e faremo quel viaggio
Oltre questo fiume di sangue verso l’altra sponda
41 colpi squarciano la notte
Sei in ginocchio accanto al suo corpo nell’atrio
A pregare perché viva
È una pistola? È un coltello?
È un portafoglio? E’ la tua vita
Non è un segreto
Non è un segreto, amico mio
Puoi essere ammazzato solo perché vivi nella tua pelle americana
41 colpi
Lena prepara suo figlio per la scuola
Dice: “Su queste strade, Charles
Devi capire quali sono le regole
Se ti ferma un poliziotto
Promettimi che sarai sempre educato
E che non scapperai mai e poi mai
Prometti a mamma che terrai le mani in vista”
È una pistola? È un coltello?
È un portafoglio? E’ la tua vita
Non è un segreto
Non è un segreto, amico mio
Puoi essere ammazzato solo perché vivi nella tua pelle americana
È una pistola? È un coltello?
E’ nel tuo cuore? E’ nei tuoi occhi?
Non è un segreto
Non è un segreto
41 colpi e faremo quel viaggio
Oltre questo fiume di sangue verso l’altra sponda
41 colpi e i miei stivali incrostati con questo fango
Siamo stati battezzati in queste acque e nel sangue l’uno dell’altro
È una pistola? È un coltello?
È un portafoglio? E’ la tua vita
Non è un segreto
Non è un segreto, amico mio
Puoi essere ammazzato solo perché vivi nella tua pelle americana
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