Sono usciti oggi 20 agosto su Amazon Prime Video i primi tre episodi di Nine Perfect Strangers – Nove perfetti sconosciuti, la nuova miniserie in otto episodi prodotta da Hulu, creata da David E. Kelley e John Henry Butterworth e ispirata all’omonimo romanzo del 2018 di Liane Moriarty.
Con un cast di tutto rispetto che vede in testa Nicole Kidman, ma anche Melissa McCarthy (Le amiche della sposa), Michael Shannon (Cena con delitto – Knives Out), Bobby Cannavale (Vinyl) e Luke Evans (il Gaston de La bella e la bestia), Nine Perfect Strangers si augura di bissare il successo che hanno già avuto in quest’ultima annata altre serie di breve durata come The Undoing o Omicidio a Easttown.
A dirla tutta, sembra che la Kidman ci abbia preso davvero gusto con le miniserie televisive, considerando che negli ultimi quattro anni ha infilato una dopo l’altra, e sempre riportando notevole successo, Big Little Lies – Piccole grandi bugie (2017-2019), Top of the Lake – Il mistero del lago (2017) e The Undoing – Le verità non dette (2020).
Questa volta il suo ruolo è quello di Masha, misteriosa, eterea ed inquietante donna russa a capo di un altrettanto misterioso luogo chiamato Tranquillium House. Trattasi di un “resort spirituale” per ricchi, di quelli in stile Esalen che tanto andavano di moda nella California degli anni Settanta, e che promettono di far rinascere i propri ospiti tra meditazione, terapia di gruppo e riavvicinamento alla natura.
Della struttura si sa poco o niente, e per entrare bisogna rinunciare a diverse libertà (abbandonare i cellulari, sottoporsi a prelievi di sangue, garantire di non parlarne sui social media), ma si favoleggia che faccia miracoli nel curare ogni trauma grazie ai poteri quasi sovrannaturali della santona in vestaglia e chioma biondissima.

I nove perfetti sconosciuti sono invece i selezionatissimi ospiti della struttura: tra gli altri, c’è Frances, scrittrice dalla carriera in crisi, che offre la maggior parte dei momenti comici grazie all’irresistibile irascibilità della sua interprete Melissa McCarthy; c’è Tony (Cannavale), che sembra andare avanti a pillole e battute caustiche; c’è Napoleon Marconi (un nome che più assurdo non si poteva trovare), interpretato dal bravissimo Michael Shannon, che accompagnato da moglie (Asher Keddie) e figlia ventenne (Grace Van Patten) cerca di riprendersi da un grave lutto; c’è la coppia di influencer in Lamborghini stile Kanye West-Kim Kardashian che cerca di rimettere in carreggiata il proprio matrimonio.
Ovviamente non è buona cosa dare giudizi troppo lapidari su una serie (pur se miniserie) dopo soli tre episodi, ma se l’intento dei distributori era ingolosire il pubblico con queste prime tre ore per poi tenerlo incollato per le restanti cinque una volta a settimana fino al 22 settembre, si può dire che la missione sia fallita.
Difficile infatti dire quali pieghe prenderà la storia, ma a differenza del metodo di distribuzione scelto, Nine Perfect Strangers sembra la classica serietta media di questa era di binge-watching, buona per immergersi per qualche ora di seguito in una storia senza troppe pretese e dimenticarsene il giorno dopo. Se però si chiede a uno spettatore di rimanere fedele per cinque settimane, allora è necessario offrirgli motivi seri per desiderare ardentemente che i successivi sette giorni passino rapidamente, e ormai è sempre più difficile trovare prodotti che nonostante i milioni scialacquati dalle varie piattaforme siano in grado di farlo.

I problemi qui sembrano principalmente due: da una parte il tono, dall’altra la densità (anzi la mancanza di densità) degli eventi presentati.
C’è infatti un continuo avvicendarsi di atmosfere che non trovano un amalgama valido: bisticci comici affidati principalmente alla strana coppia McCarthy-Cannavale, che sembrano usciti da una screwball comedy anni Trenta; introspezioni sui traumi e le debolezze dei protagonisti conditi da frasi New Age; e infine una trama da thriller basata sull’enigma Kidman e sulla dubbia etica professionale del suo resort.
Kidman che è sicuramente brava a dare corpo al suo ruolo, con i suoi (ormai inquietanti) lineamenti plastificati dalla chirurgia e quell’aria da dea nordica senza sentimenti che la rendono perfettamente algida e minacciosa come la parte richiede. Il cast in generale è di ottimo livello (Bobby Cannavale meriterebbe più ruoli da protagonista), con una menzione d’onore per Michael Shannon, ma lo scontro di caratteri è davvero troppo già visto, e le parti in cui il mistero non si delinea sembrano comiche anche quando non vorrebbero esserlo.
In quanto a scarsità di eventi, se la situazione di partenza può ricordare quella di un classico come Lost (2004-10), con tante diverse personalità costrette a convivere in un ambiente sconosciuto e dai contorni esoterici, non ci si può permettere di non far succedere quasi niente nelle prime tre ore della storia, centellinando i momenti di svolta tra un siparietto comico e una sfuriata, come se invece di una miniserie sceneggiata stessimo guardando l’Isola dei famosi.
Insomma, è proprio necessario continuare a coinvolgere grandi nomi cinematografici per produrre serie “ni”, che in confronto a Breaking Bad o Game of Thrones sembrano un preserale anni Novanta di RaiDue?
Ci sarà tempo, per chi vorrà, di verificare se valga la pena arrivare alla fine, e magari anche di pentirsi di queste opinioni, ma all’ennesimo invito a rilassarsi, respirare profondamente e ritrovare la natura, si tende a concordare con l’insofferente Tony quando sbotta spazientito: “E basta con questi ca**o di respiri!”.
Nine Perfect Strangers – Nove perfetti sconosciuti è disponibile su Amazon Prime Video dal 20 agosto 2021
Rispondi