Scorsese vs. The Avengers: perché i supereroi ci stanno invadendo

Tutto è cominciato venerdì 4 ottobre, quando Martin Scorsese, regista, 76 anni, ha rilasciato la seguente dichiarazione riguardo ai film prodotti dalla Marvel: “Non li guardo. Ci ho provato, sai? Ma non è cinema. Onestamente, la cosa a cui somigliano di più, per quanto bene siano fatti, con gli attori che fanno del loro meglio nelle circostanze in cui si ritrovano, sono i parchi a tema. Non è cinema fatto da esseri umani che cercano di trasferire esperienze emozionali e psicologiche ad altri esseri umani”.

Non contento, Scorsese ha rincarato la dose durante un paio di eventi londinesi del 12 e 13 ottobre, dichiarando: “I cinema sono diventati parchi di divertimento. Va benissimo, almeno finché non invadono tutto il resto. […] Si sta creando un nuovo tipo di pubblico che crede che il cinema sia quello” e “E’ un’esperienza diversa: non è cinema, è qualcos’altro. Che a uno piaccia o meno, è qualcos’altro e non dovremmo esserne invasi. E’ una questione importante, e gli esercenti dei cinema dovrebbero farsi avanti per permettere che nelle sale si vedano anche film narrativi”.

Boom: furia cieca dei nerd di tutto il globo, imbarazzo un po’ colpevole di registi e attori dei suddetti film e manforte a Scorsese da parte di altri autori come Francis Ford Coppola o Ken Loach.

Non è però la prima volta che i cinecomics, i film-fumetto, e in particolare la saga del cosiddetto Marvel Cinematic Universe, vengono tirati in ballo negativamente: già a gennaio 2019 il presentatore televisivo statunitense Bill Maher aveva fatto da apripista a Scorsese al riguardo, sostenendo: “Una cultura che ritiene i fumetti e i film tratti da fumetti delle profonde meditazioni sulla condizione umana è una ca**o di cultura idiota. E il fatto che la gente vada su tutte le furie per questo non fa che dimostrarlo”.

Si potrebbe obiettare: non è certo da ieri che il cinema approfitta del materiale dei fumetti per sfornare successi: Superman è del 1978, Flash Gordon dell’80, Batman (di Tim Burton) dell’89, Spider-Man del 2002… Ma è indubbio che niente sia paragonabile all’ondata straripante di film che dal 2008 ha invaso le sale sotto l’egida della Marvel.

Il primo film della serie è Iron Man, del 2008, e a questo sono seguiti (prendete un bel respiro): L’incredibile Hulk, Iron Man 2, Thor, Captain America – Il primo Vendicatore, The Avengers, Iron Man 3, Thor: The Dark World, Captain America: The Winter Soldier, Guardiani della Galassia, Avengers: Age of Ultron, Ant-Man, Captain America: Civil War, Doctor Strange, Guardiani della Galassia Vol. 2, Spider-Man: Homecoming, Thor: Ragnarok, Black Panther, Avengers: Infinity War, Ant-Man and the Wasp, Captain Marvel, Avengers: Endgame, Spider-Man: Far from Home.

Tutte le locandine dei film che compongono il Marvel Cinematic Universe dal 2008 al 2019

E’ l’Universo Cinematografico Marvel, bellezza. Con questa denominazione si intende un insieme di 20 film (a ottobre 2019, ma tra un paio d’anni potrebbero tranquillamente essere 30) uniti dal fatto di essere prodotti dai Marvel Studios e popolati da personaggi che per buona parte del Novecento hanno vissuto sulle pagine dei fumetti della notissima casa editrice.

Sarebbe bello iniziare questa frase dicendo “Non si può fare di tutti questi film un gran calderone”, ma in realtà si può, eccome: questi film condividono un nutrito gruppo di attori (tra i quali alcune delle star più grandi di Hollywood, prestatesi volentieri alla redditizia operazione), un mondo irreale fatto di uomini e donne con superpoteri, un’estetica, un pubblico e una generale tendenza narrativa che vede la presenza di alieni/dei/robot cattivoni che vanno sconfitti da un gruppo di supereroi a suon di botte e acrobazie.

Perfino James Cameron, l’uomo che ci ha dato Terminator e Avatar, è arrivato al punto di sentire un certo fastidio al riguardo, dichiarando: “Spero che tra non troppo cominceremo a stancarci degli Avengers. Non che non mi piacciano i loro film. Però, dai, ragazzi: ci sono altre storie da raccontare oltre a quelle di maschi senza famiglia affetti da ipergonadismo che per due ore fanno robe in cui rischiano la vita e nel mentre distruggono qualche città”.

Il problema è che, per quanto Cameron non apprezzi, questi film gli hanno di fatto rubato la piazza, con Avengers – Endgame che è riuscito a battere il record di Avatar (e di Titanic prima) come film con il maggiore incasso della storia.

Insomma, questi film fanno soldi. E tanti, tantissimi.

Per rendersi conto di quanti ne facciano, basta considerare che nei primi dieci posti della classifica degli incassi di ogni tempo (non aggiornata secondo l’inflazione), quattro posti sono occupati dalla saga degli Avengers, con il solo Endgame vicino ai 3 miliardi di dollari al botteghino globale. Per fare un paragone, il film di Scorsese che ha avuto maggior successo, The Departed, ha incassato 291 milioni.

Ma chi è Scorsese, e perché va in giro a parlare male di Thor e compagnia? Si potrebbe dire che è un nonnetto italoamericano ultrasettantenne e fuori moda, ma non è un’esagerazione considerarlo anche il regista vivente più stimato al mondo.

Mean Streets, Taxi Driver, Toro scatenato, Quei bravi ragazzi, Casinò sono i film che, dal 1973 in poi, lo hanno reso un pupillo della critica, segnando per sempre il genere del gangster movie. Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter Island e The Wolf of Wall Street sono i film che, più in là con l’età e ormai assurto al grado di Venerato Maestro, gli hanno fatto vivere una seconda giovinezza di successi di pubblico e Oscar.

Se, paradossalmente, vi è piaciuto quel finto “film di fumetti” che è Joker, più o meno al 50% è merito di Scorsese, visto che si tratta di un omaggio esplicito ai suoi Taxi Driver (1976) e Re per una notte (1983).

Robert De Niro in Taxi Driver, 1976

Questo fa sì che le parole di Scorsese abbiano un peso, ma si potrebbe comunque considerarle il parere soggettivo di un vecchio reazionario che adora Rossellini e Kurosawa e non capisce come si possa preferire Iron Man a Birdman.

In questo caso, però, oltre alle opinioni si possono analizzare i fatti.

Se si guarda la classifica dei 100 film più visti della storia del cinema (dati relativi agli Stati Uniti tenendo conto dell’inflazione), sono ben 29 i film usciti dopo il 2000 a rientrare nella lista, ma andando oltre i numeri si nota qualcosa in più. Considerando infatti i film usciti dagli albori del cinema fino al 2000, ci si rende conto che, su 71, solo 6 sono sequel: nel dettaglio, Agente 007 – Missione Goldfinger (1964) e Agente 007 – Thunderball (1965), della saga di James Bond; L’impero colpisce ancora (1980), Il ritorno dello Jedi (1983) e Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999), della saga di Guerre stellari; e Indiana Jones e il tempio maledetto (1984) della saga che potete immaginare.

Se invece ci concentriamo sulla parte della classifica più recente, quella dei 29 film usciti dopo il 2000, il risultato è totalmente diverso: tra i campioni d’incasso ci sono ben 23 sequel o comunque film inseriti in un universo già definito.

A questi film correlati tra loro si aggiungono due remake in live action di film già editi, ovvero Il re leone (2019) e La bella e la bestia (2017), facendo sì che dal 2000 a oggi i film da record d’incassi totalmente originali, che quindi non si rifacciano a film già usciti, sono solo 6: Avatar, La passione di Cristo, Alla ricerca di Nemo, Spider-Man, Harry Potter e la pietra filosofale e Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello.

Lista dei film che hanno incassato di più dal 2000 in poi, in ordine cronologico. Il “Rank” corrisponde alla posizione nella classifica degli incassi di tutti i tempi negli USA aggiornata secondo l’inflazione. I film in giallo sono quelli totalmente originali. Fonte: Box Office Mojo

Il resto? Ovviamente gli Avengers, ma anche i vari Star Wars della “seconda e terza ondata”, Jurassic World, Il cavaliere oscuro o i Pirati dei Caraibi. Che, guarda un po’, nasce come attrazione per bambini a Disneyland prima di diventare un film.

E qui torniamo a Scorsese.

Da una parte c’è un discorso di scarsa profondità dei singoli film, che all’introspezione preferiscono gli scudi spaziali, dall’altra un malessere dell’intera Hollywood che da quasi vent’anni la rende schiava di saghe, seguiti, remake e reboot vari. Come dire: non solo non si investe più sull’originalità, ma molti di questi film derivati da altri film non assomigliano neanche lontanamente al Padrino – Parte II.

E per questo Scorsese deve ringraziare non la Marvel, ma un suo collega e coetaneo: George Lucas. E’ stato Lucas che, dirigendo Guerre stellari nel 1977, ne promosse inizialmente due seguiti nel 1980 e 1983 e poi, dal 1999 al 2005, altri tre. I film d’intrattenimento o di fantascienza esistevano da decenni, e da decenni venivano sfruttati per saghe infinite (Godzilla, Frankenstein, Dracula…), ma solo con Guerre stellari i produttori capirono che quei film fino ad allora di serie B avevano il potenziale per catturare un’intera generazione e fare tantissimi soldi.

E’ stato un vero e proprio cambio di rotta che negli anni Settanta ha visto una generazione trasgressiva e autoriale di registi perdere progressivamente di potere e spazio quando i produttori hanno capito, principalmente grazie al duo Spielberg-Lucas, che alieni, squali e avventurieri facevano più soldi.

Le locandine dei film dell’universo di Guerre stellari dal 1977 al 2018

La Marvel, che così come il brand di Star Wars è stata acquistata dall’onnipresente Disney, ha solo capito meglio di tutti che quella era la strada da seguire fino all’estremo per conquistare l’enorme pubblico di teenager che aveva fame di storie di fumetti, esplosioni, lotte spaziali e via dicendo. Gli ha dato una patina di classe ingaggiando attori stimati, ha proposto un’intricata mitologia oltre che delle singole storie, e ha tendenzialmente affidato tutto il resto al team degli effetti speciali.

Quindi Scorsese è solo geloso per il fatto che il suo ultimo film, Silence, ha incassato 7 miseri milioni di dollari al botteghino? In parte probabilmente c’è il risentimento di una generazione di registi che si vede spodestata, e l’idea diffusa che i supereroi siano il grado più infantile della creatività, ma c’è anche il dato fattuale incontrovertibile di una serie di film che hanno effettivamente monopolizzato il grande pubblico, e lo hanno fatto mantenendo il livello al minimo sindacale dell’intrattenimento condito di botte da orbi.

Di fatto, viviamo in un mondo simile al 2015 immaginario di Ritorno al futuro, in cui Marty McFly al cinema trovava Lo squalo 19. Il successo di un film come Joker, che al di là del valore effettivo cerca di trovare una via alternativa al cinecomic, più legata all’umano e alla capacità di trasferire emozioni reali, potrebbe essere il segno che la rotta può invertirsi.

Il cinema d’evasione è esistito dai tempi del Viaggio nella luna di Meliès (1902) e ci si augura che continui ad esistere, ma, dopo dieci anni di cinema-catena di montaggio Marvel, ci si può ancora augurare che Hollywood promuova di nuovo l’originalità, e che una grande idea di uno sceneggiatore umano possa ancora rivaleggiare contro un’intera armata di supereroi.

Foto di copertina ©Cbr – Comic Book Resources

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