Tra l’inno cantato da Lady Gaga, il medley di Jennifer Lopez e il giuramento di Kamala Harris, sono stati molti i momenti memorabili dell’insediamento di Joe Biden come Presidente degli Stati Uniti, tenutosi a Washington il 20 gennaio 2021.
Ce n’è uno in particolare che però ha catturato l’attenzione di molti, ed è quello in cui Amanda Gorman, classe 1998, si è esibita recitando una sua poesia, “The Hill We Climb”, per celebrare il nuovo presidente.
La giovanissima poetessa afroamericana di Los Angeles ha colpito tutti, sia per l’anomalia di ascoltare una poesia recitata in diretta televisiva, sia per la forza della poesia stessa, che a causa dell’ammirazione suscitata per l’autrice, una donna di soli 22 anni, che però è già stata nominata National Youth Poet Laureate nel 2017.
Questo il video:
Gorman ha studiato sociologia all’università di Harvard ed è autrice di The One for Whom Food Is Not Enough, una raccolta di suoi testi del 2015. Dal 21 gennaio, Gorman è anche il più giovane poeta che abbia mai partecipato all’insediamento di un Presidente degli Stati Uniti d’America.
Non si tratta di una vera e propria tradizione, ma già John F. Kennedy nel 1961, Bill Clinton nel 1993 e 1997, e Barack Obama nel 2009 e 2013, avevano voluto come ospiti dei poeti per celebrare l’inizio dei loro quattro anni alla Casa Bianca. In passato, i poeti che avevano declamato i loro versi erano stati Robert Frost, con la poesia “The Gift Outright” (1961), Maya Angelou con “On the Pulse of Morning” (1993), Miller Williams con “Of History and Hope” (1997), Elizabeth Alexander con “Praise Song for the Day” (2009) e Richard Blanco con “One Today” (2013).
Questo il testo e la traduzione in italiano di “The Hill We Climb”, la poesia scritta e recitata da Amanda Gorman all’insediamento di Joe Biden come 46mo presidente degli Stati Uniti:
THE HILL WE CLIMB
When day comes we ask ourselves:
Where can we find light in this neverending shade?
The loss we carry, a sea we must wade
We’ve braved the belly of the beast
We’ve learned that quiet isn’t always peace
And the norms and notions of what “just” is
Isn’t always justice
And yet, the dawn is ours before we knew it
Somehow we do it
Somehow we’ve weathered and witnessed
A nation that isn’t broken but simply unfinished
We the successors of a country and a time
Where a skinny Black girl descended from slaves and raised by a single mother
Can dream of becoming president
Only to find herself reciting for one
And yes we are far from polished, far from pristine
But that doesn’t mean we are striving to form a union that is perfect
We are striving to forge our union with purpose
To compose a country committed to all cultures, colors, characters and conditions of man
And so we lift our gazes not to what stands between us,
But what stands before us
We close the divide because we know, to put our future first,
We must first put our differences aside
We lay down our arms
So we can reach out our arms to one another
We seek harm to none and harmony for all
Let the globe, if nothing else, say this is true:
That even as we grieved, we grew
That even as we hurt, we hoped
That even as we tired, we tried
That we’ll forever be tied together, victorious
Not because we will never again know defeat
But because we will never again sow division
Scripture tells us to envision
That everyone shall sit under their own vine and fig tree
And no one shall make them afraid
If we’re to live up to our own time
Then victory won’t lie in the blade
But in all the bridges we’ve made
That is the promise to glade
The hill we climb
If only we dare it
It’s because being American is more than a pride we inherit,
It’s the past we step into and how we repair it
We’ve seen a force that would shatter our nation
rather than share it
Would destroy our country if it meant delaying democracy
And this effort very nearly succeeded
But while democracy can be periodically delayed
It can never be permanently defeated
In this truth
In this faith we trust
For while we have our eyes on the future
History has its eyes on us
This is the era of just redemption
We feared at its inception
We did not feel prepared to be the heirs of such a terrifying hour
But within it we found the power to author a new chapter
To offer hope and laughter to ourselves
So while once we asked:
How could we possibly prevail over catastrophe?
Now we assert:
How could catastrophe possibly prevail over us?
We will not march back to what was
But move to what shall be
A country that is bruised but whole, benevolent but bold, fierce and free
We will not be turned around or interrupted by intimidation
Because we know our inaction and inertia
Will be the inheritance of the next generation
Our blunders become their burdens
But one thing is certain:
If we merge mercy with might, and might with right,
Then love becomes our legacy
And change our children’s birthright
So let us leave behind a country
Better than the one we were left with
Every breath from my bronze-pounded chest,
We will raise this wounded world into a wondrous one
We will rise from the gold-limbed hills of the West,
We will rise from the windswept Northeast
Where our forefathers first realized revolution
We will rise from the lake-rimmed cities of the midwestern states,
We will rise from the sunbaked South
We will rebuild, reconcile and recover
In every known nook of our nation and every corner called our country,
Our people diverse and beautiful will emerge,
battered and beautiful
When day comes we step out of the shade, aflame and unafraid
The new dawn blooms as we free it
For there is always light,
If only we’re brave enough to see it
If only we’re brave enough to be it.
IL COLLE CHE SCALIAMO
Quando spunta il giorno ci chiediamo:
Dove possiamo trovare luce in quest’ombra senza fine?
La perdita che portiamo dentro, un mare che dobbiamo guadare
Abbiamo sfidato il ventre della bestia
Abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace
E le norme e le nozioni di ciò che è giusto
Non sono sempre giustizia
Eppure l’alba è nostra prima ancora di rendercene conto
In qualche modo ce la facciamo
In qualche modo abbiamo resistito e assistito
A una nazione che non è spezzata, ma semplicemente incompiuta
Noi, i successori di un Paese e di un tempo
Dove una smilza ragazza nera discendente da schiavi e cresciuta da una ragazza madre
Può sognare di diventare presidente
Per poi ritrovarsi a declamare per chi lo è
E sì, siamo tutt’altro che impeccabili, tutt’altro che immacolati
Ma non significa che ci stiamo sforzando di formare un’unione che sia perfetta
Ci stiamo sforzando di forgiare la nostra unione con determinazione
Comporre un Paese che prenda un impegno con tutte le culture, i colori, i caratteri e le condizioni dell’uomo
E così alziamo lo sguardo non su ciò che sta tra noi,
Ma su ciò che sta davanti a noi
Colmiamo il divario perché sappiamo che per mettere il nostro futuro al primo posto
Dobbiamo per prima cosa mettere da parte le nostre differenze
Deponiamo le armi
Così da poter tendere le braccia l’uno all’altro
Danno non portiamo ad alcuno, e armonia per tutti
Che il globo, se non altro, dica che questa è la verità:
Che anche mentre eravamo in lutto, siamo cresciuti
Che anche mentre soffrivamo, speravamo
Che anche se sfiniti, abbiamo tentato
Che saremo per sempre legati insieme, vittoriosi
Non perché non conosceremo mai più sconfitta
Ma perché non semineremo mai più divisione
La Scrittura ci dice di immaginare
Che tutti possano sedere sotto la propria vite e il proprio albero di fico
E che nessuno li renda impauriti
Se vogliamo vivere all’altezza del nostro tempo
Allora la vittoria non starà nella lama
Ma in tutti i ponti che abbiamo costruito
Questa è la promessa verso la radura
Il colle che scaliamo
Se solo osiamo
Perché essere americani è più di un orgoglio che ereditiamo,
È il passato in cui entriamo e il modo in cui lo ripariamo
Abbiamo visto una forza che vorrebbe frantumare la nostra nazione piuttosto che condividerla
Che distruggerebbe il nostro Paese se questo volesse dire sospendere la democrazia
E questo sforzo è quasi riuscito
Ma se la democrazia può essere periodicamente sospesa
Non potrà mai essere definitivamente sconfitta
In questa verità
In questa fede crediamo
Perché mentre puntiamo gli occhi sul futuro
La Storia ha gli occhi puntati su di noi
Questa è l’era della giusta redenzione
Abbiamo temuto al suo inizio
Non ci sentivamo preparati a essere gli eredi di un’ora tanto terrificante
Ma dentro di essa abbiamo trovato la forza di scrivere un nuovo capitolo
Di offrire speranza e risate a noi stessi
E così, mentre un tempo chiedevamo:
Come potremo mai prevalere sulla catastrofe?
Ora affermiamo:
Come potrebbe mai la catastrofe prevalere su di noi?
Non marceremo in ritirata verso ciò è stato
Ma muoveremo avanti verso ciò che sarà
Un paese ammaccato ma intero, benevolo ma audace, feroce e libero
Non verremo respinti o interrotti dalle intimidazioni
Perché sappiamo che la nostra inazione e la nostra inerzia
Saranno l’eredità della prossima generazione
I nostri madornali errori diventeranno i loro fardelli
Ma una cosa è certa:
Se uniamo la misericordia alla potenza,
E la potenza al giusto,
Allora l’amore diventerà la nostra eredità
E cambierà il diritto di nascita dei nostri figli
Quindi facciamo sì di lasciare un Paese migliore di quello che abbiamo ereditato
A ogni respiro del mio petto forgiato dal bronzo,
Faremo di questo mondo ferito un mondo meraviglioso
Ci rialzeremo dalle colline dorate dell’Ovest,
Ci rialzeremo dal Nordest battuto dai venti,
Dove i nostri antenati portarono per la prima volta a compimento la rivoluzione
Ci rialzeremo dalle città circondate dai laghi negli stati del Midwest,
Ci rialzeremo dal Sud soleggiato
Ricostruiremo, ci riconcilieremo e guariremo
In ogni nicchia conosciuta della nostra nazione,
In ogni angolo che chiamiamo il nostro Paese,
Il nostro popolo variegato e bello emergerà, malconcio e bello
Quando spunta il giorno, noi usciamo dall’ombra, ardenti e impavidi
La nuova alba sboccia mentre la liberiamo
Perché c’è sempre luce
Se siamo abbastanza coraggiosi da vederla
Se siamo abbastanza coraggiosi da essere noi stessi luce.
Traduzione di Guglielmo Latini – 2021