Consigli per tutti e anche qualche film decisamente sconsigliato, cosรฌ da evitare rischi. Questa volta, una selezione dei film piรน candidati agli Oscar 2021, con qualche mancanza perchรฉ come al solito ci si riduce sempre all’ultimo momento…
Se un film tra quelli recensiti vi incuriosisce, provate a dare unโocchiata allโapp JustWatch per scoprire se per caso sia disponibile su Netflix, Prime Video, RaiPlay, Infinity o altre piattaforme di streaming (non mi pagano per la pubblicitร !).
Di seguito le recensioni di: Un altro giro, Una donna promettente, Nomadland, Sound of Metal, Minari, Judas and the Black Messiah, Il processo ai Chicago 7, Mank.
Via al volume 34: Speciale Oscar 2021! (qui lโarchivio con tutti gli altri volumi, e qui tutti i film in ordine alfabetico) Vincano i migliori!
Un altro giro (Druk)
Thomas Vinterberg, 2020

โCocaineโ, una delle piรน note canzoni del repertorio di Eric Clapton, dice piรน o meno cosรฌ: โSe hai perso la scintilla, ma vuoi reggere ancora: cocaina/Non dimenticarti questo fatto, non si torna indietro: cocainaโ. ร un inno alla droga? Oppure un avvertimento? Di fronte a Un altro giro, la sensazione di ambiguitร e dubbio รจ la stessa fino alla fine, solo che la sostanza protagonista stavolta รจ lโalcol.
Al centro della storia ci sono quattro amici intorno ai quaranta, tutti professori nello stesso liceo di Copenaghen, tutti piรน o meno depressi, frustrati, incastrati in situazioni famigliari infelici e ormai privi di quella scintilla che un tempo li aveva resi vitali e un poโ folli.
Per ovviare a questo generale senso di vecchiaia, che perfino i loro studenti gli fanno notare, pensano bene di ricorrere a una forma piuttosto particolare di esperimento scientifico, ispirandosi alla teoria (vera!) di uno psichiatra norvegese, Finn Skรฅrderud, secondo cui un livello costante di alcol nel sangue pari a 0,5 g/l sarebbe la soluzione per vivere felici, creativi e produttivi.
I quattro, con un grande Mads Mikkelsen in primo piano, si dedicano quindi alla bevuta terapeutica durante lโorario di lavoro (โMai dopo le 8 di sera, come Hemingwayโ), e i risultati cominciano effettivamente ad arrivare: studenti entusiasti, rapporti coniugali migliorati, maggiore serenitร e una generale trasformazione maschile di mezzโetร che ricorda Breaking Bad, American Beauty o Fight Club.
Purtroppo perรฒ, si sa che non รจ facile tenere sotto controllo una sostanza che dร dipendenza, e nella seconda parte del film la natura piรน autodistruttiva dellโalcolismo mieterร le sue vittime.
Davanti a Un altro giro non si capisce bene quali siano le intenzioni del regista: di film moralisti sullโalcolismo ne abbiamo giร visti troppi, ma non era nemmeno facile fare un Trainspotting senza giudizi sullโubriachezza, quindi si rimane sempre in unโambiguitร di mezzo, che si fa sicuramente apprezzare di piรน quando non ci viene ricordato col ditino alzato che bere fa male.
Semmai lโintento profondo sembra essere una critica politica allโalcol come parte integrante della cultura danese, come dimostrerebbe lโinsistere sui canti patriottici in colonna sonora, nonchรฉ un folle intermezzo in cui politici di ogni rango, da Juncker a Eltsin, danno prova di aver bevuto.
Nonostante le parti drammatiche sembrino fatte per rovinare la festa, il film รจ un grande film, e forse la cosa migliore รจ la sua rappresentazione dell’amicizia maschile (o virile come si diceva una volta), splendidamente incarnata da questi quattro compagnoni invecchiati ma ancora adolescenti nellโanimo, come dimostra una liberatoria scena finale di ballo, che รจ probabilmente una delle cose cinematografiche piรน vicine al finale di “8 1/2” di Fellini, e quindi per sillogismo una delle cose cinematografiche piรน belle di sempre: un girotondo danzante di vitalitร , euforia e liberazione verso cui tornare di quando in quando per prenderne un sorso e ubriacarsene un po’.
Una donna promettente (Promising Young Woman)
Emerald Fennell, 2020

Di fronte a Una donna promettente, lโumile recensore che ha avuto in sorte di nascere uomo sa che dovrร andare coi piedi di piombo, o qualsiasi giudizio irritato o irriverente potrebbe essere confuso per misoginia, difesa del patriarcato e altri comportamenti decisamente poco condivisibili.
Cerchiamo quindi di evitare giudizi tranchant e raccontarne la trama: Cassie (una Carey Mulligan in un ruolo piacevolmente anomalo rispetto al passato) รจ una trentenne che lavora in una caffetteria e vive coi genitori, รจ single e sembra non avere particolari ambizioni nella vita.
In realtร perรฒ nasconde almeno due segreti: innanzitutto, Cassie fino a pochi anni prima era una bravissima studentessa di Medicina, che perรฒ ha abbandonato allโimprovviso; inoltre, ogni settimana si dร come missione privata quella di fingersi ubriaca in un locale, farsi portare a casa da un uomo che intende approfittare della sua condizione di debolezza e poi, quando questi รจ in procinto di soddisfare i suoi desideri, rivelarsi sobria, accusare il buon samaritano e tornarsene a casa con una buona dose di empowerment.
Tutto si spiega con un trauma del passato che ha avuto a che fare proprio con un caso di stupro, che lโha bloccata in una perpetua vendetta senza possibile lieto fine, e che raggiungerร il suo apice drammatico nel momento in cui avrร occasione di rivedere proprio il colpevole del crimine originario.
Non sperate di vedere un uomo salvabile in Una donna promettente: lo spoiler รจ che non ce ne sono (se fossi cattivo, direi che lโunica eccezione รจ Laverne Cox, che come transessuale va automaticamente rappresentata come persona perbene). Lโintero film sembra fatto per ricordarci di tutto il male che gli uomini possono fare e passarla liscia, e lโeroina protagonista รจ una vendicatrice al cui giudizio nessuno sfugge.
Sรฌ, gli uomini sanno essere orribili e disgustosi, e la cronaca dimostra che spesso la societร li lascia fare, ma siamo sicuri che portare tutto questo all’assoluto non sia riduttivo? Se a livello cinematografico il film รจ ben costruito e la protagonista รจ una futura icona femminista, la sensazione che a volte lascia รจ simile a quella di quando il comico Aziz Ansari fu pubblicamente accusato di aver tentato un approccio (senza violenza alcuna) con una ragazza che lo aveva seguito a casa sua. Davvero sono tutti colpevoli senza appello?
Certo, รจ solo un film, unโiperbole giustificabile; certo, il trauma di una violenza sessuale giustifica il melodramma di certe scene; certo, viste le migliaia di film in cui la violenza maschile sulle donne รจ promossa, ben venga un film che accusi gli uomini in toto. Ma finita lโesaltazione passeggera per la rivalsa di genere, del valore e dei valori del film non resta molto di positivo.
Nomadland
Chloรฉ Zhao, 2020

Nella sottile distinzione linguistica tra homeless (โsenza casaโ) e houseless (โsenza abitazioneโ, piรน o meno), cโรจ il fulcro di questo film premiato col Leone dโOro allโultimo Festival di Venezia, e cโรจ la scelta della sua protagonista, Fern (Frances McDormand), di trovare la sua โcasaโ non in quattro pareti ma nelle persone incrociate sul suo cammino.
Fern รจ infatti una nomade contemporanea, una novella Tom Joad che attraversa lโAmerica tra deserti e praterie come i braccianti emigranti di Furore, solo che per lei non cโรจ una California di aranceti in attesa: dopo la morte del marito e la chiusura della fabbrica in cui lavorava, Fern a sessantโanni non ha meta se non quella del prossimo lavoretto stagionale dove la porterร il suo camper.
Abituandosi pian piano, un poโ per necessitร e un poโ per carattere, a convivere con la solitudine, con lโinstabilitร e con lโassenza di lussi, avrร modo di venire in contatto con tante vite diverse, scegliendo perรฒ sempre di non farsi coinvolgere troppo, come se le ferite del passato le impedissero di ritrovare un punto dโapprodo geografico o emotivo.
Il film รจ un commovente ibrido tra finzione e realtร , visto che la protagonista รจ unโattrice giร premio Oscar (qui allโapice dellโantidivismo in una carriera da antidiva), ma la maggior parte degli altri attori sono veri nomadi prestatisi a recitare se stessi dopo essere comparsi nellโinchiesta omonima (2017) della giornalista Jessica Bruder, spesso offrendo parole di saggezza su ciรฒ che conta davvero nella vita e racconti spaccacuore sulle loro vite senza radici.
Certo, durante il film ci si chiede, un po’ come per certi film di Ken Loach, se questo dolore rappresentato in modo cosรฌ realistico passerร o se non c’รจ altro, e la storia non sia solo una lenta successione di malinconie un poโ facili che farebbero di Ladri di biciclette un filmetto scacciapensieri. Quando perรฒ un paio di scene nel finale colpiscono al cuore, non si puรฒ fare altro che abbandonarsi al colpo basso e farsi piacere anche una protagonista cosรฌ ruvida e scostante, e un film cosรฌ silenzioso e poco narrativo.
Triste ironia la scena di lei, aliena al mondo civile, che passa davanti a un cinema che proietta The Avengers, trionfo dellโevasione consumista, e ancor piรน triste ironia pensare che il prossimo progetto della regista Chloรฉ Zhao sarร proprio un film di supereroi della Marvel.
โSee you down the roadโ, Fern.
Sound of Metal
Darius Marder, 2019

Uno dei candidati piรน anomali degli Oscar 2021, che in altri tempi avrebbe probabilmente avuto un pubblico molto piรน di nicchia, ma che nonostante non faccia quasi nulla per rendersi gradevole o smielato, รจ evidentemente arrivato al cuore dei giurati.
Riz Ahmed (che aveva raggiunto la notorietร anni fa come protagonista della miniserie The Night Of) qui interpreta Ruben Stone, giovane batterista palestrato e tatuato di una band metal di medio successo di cui lโaltra metร , alla voce, รจ la sua ragazza Lou. La loro vita scorre di concerto in concerto, anche loro in camper come la Frances McDormand di Nomadland, ma un giorno Ruben, senza particolari avvisaglie, scopre drammaticamente di essere diventato sordo.
La ragione sta probabilmente nei volumi elevatissimi a cui รจ sottoposto ogni sera, ma il film non si preoccupa piรน di tanto di darci delle spiegazioni: la realtร nuda e cruda รจ che da persona in grado di condurre una vita normalissima, ora Ruben รจ improvvisamente diversamente abile, e non ha alcuno strumento per affrontare questa nuova condizione.
Vista una sua passata dipendenza dallโeroina, e il pericolo che il trauma ce lo faccia ricascare, la fidanzata (che si limita a fare facce basite per lโintera durata del film) lo affida a una comunitร di sordi gestita da un veterano del Vietnam, il quale promuove attivitร lavorative e sociali per chi รจ nella sua stessa condizione, e non cerca miracoli scientifici che lo riportino a sentire.
“La serenitร รจ qualcosa che arriva quando tu smetti di desiderare un passato diverso”, dice Ruben a un certo punto, e forse lโintero film รจ la rappresentazione โ lenta, faticosa e straziante โ di questa condizione difficile da raggiungere, fatta di varie fasi prima di arrivare allโaccettazione di un presente ingrato.
Lโangoscia del nuovo arrivato gettato in un mondo di silenzio รจ reale, ma qui come in altri film candidati questโanno ci si chiede: รจ un tour de force per lโempatia dello spettatore, o cโรจ anche altro? La rappresentazione di una sofferenza che potrebbe toccarci tutti, tra sequenze lentissime e un arco narrativo non ben definito, รจ abbastanza per fare un film?
Minari
Lee Isaac Chung, 2020

Altra grande sorpresa degli Oscar 2021, uno di quei film che normalmente vengono selezionati a Venezia o al Sundance e ricevono plausi unanimi da critici amanti delle lingue orientali, ma che non hanno solitamente lโoccasione di finire tra le candidature piรน ambite delle statuette dorate.
Forse cโรจ un motivo se non รจ cosรฌ, verrebbe da dire, nel senso che anche qui come in altri film del 2020 sembra che lโobiettivo degli autori non sia tanto quello di raccontare una storia, ma di far passare i protagonisti attraverso dolori variegati dallโinizio alla fine per ricordarci di quanto possa essere dura e ingiusta la vita.
Protagonista รจ una famiglia coreana emigrata negli Stati Uniti composta da due giovani genitori e due bambini, che nei primi anni Ottanta si trasferiscono nellโArkansas rurale, nel bel mezzo del nulla, col sogno di guadagnarsi da vivere con lโagricoltura e trovare finalmente la Terra Promessa americana.
I giorni si susseguono tra difficoltร di ogni tipo: famigliari, vista la continua tensione tra lโossessivo Jacob e sua moglie Monica; economiche, visti i lavori alienanti (come separare pulcini maschi e femmine) che sono costretti a fare per vivere in una casa su ruote; e di pura sfortuna, tra soci in affari scorretti e calamitร che si abbattono sul raccolto.
A fare un poโ di luce (ma non per molto) ci sarร la madre di Monica, che si trasferisce in casa della figlia e come nonna anticonformista, vivace e sorridente, svilupperร un bel rapporto soprattutto con lโadorabile David, il piรน piccolo dei bambini e vero centro del film.
Principalmente parlato in coreano, Minari (che รจ unโerba coreana capace di crescere su qualsiasi terreno, un poโ come questa famiglia) รจ sicuramente toccante nel farci entrare senza fretta nelle dinamiche di questo nucleo famigliare, a metร tra ritratto sociale e realismo magico stile Le meraviglie di Alice Rohrwacher, ma a differenza di quel film (a cui somiglia molto), la magia sembra guizzare solo qua e lร in un oceano di lento pessimismo cosmico.
Judas and the Black Messiah
Shaka King, 2021

Alla fine degli anni Sessanta le tensioni razziali in America sono allโapice: Martin Luther King e Malcolm X sono stati assassinati, la polizia (ieri come oggi) non รจ tenuta a rispettare alcuna regola con gli afroamericani, e la presidenza Nixon non fa che esacerbare i rapporti tra le autoritร e la comunitร nera.
Quello che รจ cambiato rispetto agli anni della segregazione รจ perรฒ la presenza di gruppi organizzati (e armati) come le Pantere Nere, che soprattutto tra gli studenti universitari trovano adepti per una rivoluzione contro il potere bianco.
Bill O’Neal, pur essendo afroamericano, non รจ perรฒ una Pantera Nera, anzi รจ un ladro dโauto, e quando lโFBI lo becca in flagrante, la sua unica alternativa ad anni di galera รจ trasformarsi in informatore ed infiltrarsi tra le fila del Black Panther Party, cercando di spiare in particolare le mosse del leader Fred Hampton (Daniel Kaluuya, giร star di Get Out).
Sarร ovviamente un compito arduo, tra scontri a fuoco, rischi quotidiani e soprattutto la consapevolezza interiore di essere il โGiudaโ del titolo nei confronti di chi รจ oppresso quanto lui.
Raramente si era visto un film cosรฌ dedito a buttare giรน un compitino di Storia tanto pulito e anonimo, che prende un evento reale e lo riporta sullo schermo senza aggiungere una stilla di creativitร , anzi caricandolo allโinverosimile di proclami, poesie di lotta e dialoghi pomposi, senza considerare lโeventualitร che al trentaduesimo discorso rivoluzionario con pantere acclamanti contro i โporciโ uno potrebbe anche annoiarsi.
Il cinema istruttivo nella sua versione piรน pallosa, giร ampiamente visto in Blackkklansman e Il processo ai Chicago 7 (ma con altra verve), senza alcun personaggio veramente capace di generare empatia, col solito equivoco secondo cui una storia drammatica di per sรฉ dovrebbe entusiasmare, tanto che lโunico vero momento di veritร e forza del film รจ lโintervista di repertorio con il vero infiltrato nel finale.
Mank
David Fincher, 2020
Lo abbiamo giร recensito qui.
Il processo ai Chicago 7 (The Trial of the Chicago 7)
Aaron Sorkin, 2020
Lo abbiamo giร recensito qui.
Come sempre, ogni stroncatura di capolavori immortali o apprezzamento di schifezze immonde รจ pubblicata in piena facoltร di intendere e di volere e non รจ sottoponibile ad azione penale da parte di cinefili offesi nellโanimo.
Alla prossima puntata! (qui lโarchivio con tutti gli altri volumi, e qui tutti i film in ordine alfabetico)